Blog di Alessandro Avella

"Resilienza nell'ostacolo, forza nel cammino."

Blog di Alessandro Avella

Chi è Alessandro Avella?

Eh già… chi l’avrebbe mai detto… un blog personale in cui condividere idee, in cui condividere esperienze, in cui pubblicare articoli… wow! Ditemi che lo sto facendo veramente.

2 mesi prima della pubblicazione del blog

Ciao a tutti! Mi chiamo Alessandro Avella, il protagonista della home page, nonché del mio primissimo e personalissimo blog. Sono pronto a portarvi all’interno del mio mondo, delle mie passioni e delle mie curiosità. Prima di fare tutto questo però, penso sia doveroso introdurmi a livello personale. Come avrete già capito, mi chiamo Alessandro Avella e sono nato il 18/12/2000 a San Francisco. Immagino che ti starai chiedendo perché proprio San Francisco? La storia è lunga ma il tempo e lo spazio per dedicargli un articolo ad hoc non mancano.

Attualmente frequento il primo anno del corso magistrale Economia e Finanza presso la Luiss “Guido Carli”. Durante il mio ultimo anno di scuole superiori ho incominciato ad appassionarmi al mondo della finanza, in primis, attraverso la visione di film che hanno catturato la mia curiosità e che mi hanno dato l’input per intraprendere questo percorso, in secondo luogo… a chi non piacciono i soldi??? Scherzi a parte, questo corso di studio mi sta offrendo l’opportunità di approfondire le mie conoscenze e di sviluppare competenze che sono sicuro mi porterò con me una volta sbarcato nel mondo lavorativo.

Oltre agli studi, sono un appassionato di sport. Amo sfidarmi e spingermi oltre i miei limiti, sia fisici che mentali. Lo sport non è solo divertimento, lo sport per quanto mi riguarda insegna disciplina, determinazione e resilienza, qualità che ritengo fondamentali per affrontare le sfide che la vita ci presenta.

Odio perdere più di quanto ami vincere

Billy Beane

Inoltre, vorrei sottolineare la mia natura competitiva e la mia propensione a lavorare in gruppo. La competizione mi spinge a dare sempre il meglio di me e a superare le sfide con determinazione e impegno. Tuttavia, sono altrettanto consapevole dell’importanza della collaborazione e del lavoro di squadra. Credo fermamente che insieme si possano raggiungere risultati migliori e più significativi. Sono abile nel lavorare con gli altri, ascoltando le loro idee, anche se penso che un vero leader alle volte debba ascoltare le idee di tutti e prendere una decisione in serena autonomia.

Guardando al futuro, nutro il desiderio di vivere all’estero e immergermi in nuove culture ed esperienze. Sono convinto che espandere i propri orizzonti culturali possa arricchire profondamente la nostra comprensione del mondo e di noi stessi. Sono aperto a tutte le opportunità che la vita mi riserva e non vedo l’ora di intraprendere nuovi percorsi e fare incontri che possano arricchire il mio percorso personale e professionale. Grazie per avermi dato l’opportunità di condividere un po’ di me stesso con voi. Sono entusiasta di fare parte di questa comunità e di contribuire nel modo che posso.

L’idea di base è quella di pubblicare costantemente articoli che riguardano il mondo finance a livello internazionale, tra curiosità e notizie in tempo reale. Se avete domande o semplicemente volete fare quattro chiacchiere, non esitate a contattarmi!

Curriculum: tra esperienze, soft skills, e studi accademici…

Eccoci qui…

Questo spazio è dedicato a presentare il mio curriculum vitae. Come già accennato in precedenza frequento la Libera Università Internazionale Degli Studi Sociali “Guido Carli” (LUISS), dove sto conseguendo una laurea magistrale in Economia e Finanza con specializzazione in Banche e Intermediari Finanziari.

Prima di intraprendere il mio percorso universitario, ho ottenuto una laurea triennale in Economia e Management (L-18) presso l’Università degli Studi di Parma. Durante il mio percorso accademico, ho approfondito argomenti di carattere finanziario e quantitativo quali la Scelta e Gestione degli Investimenti Finanziari, Teoria e gestione del portafoglio, Metodi quantitativi per i mercati finanziari, Probabilità e applicazione alla finanza ed Econometria per la finanza.

Oltre agli studi accademici, ho partecipato attivamente a varie attività extracurricolari. Ho avuto il privilegio di essere il leader del progetto vincitore della settimana di benvenuto (Freshers’ Week) presso la LUISS, con focus sulla sostenibilità ambientale. Inoltre, qualche anno fa ho vinto un torneo provinciale di scacchi e per un periodo di tempo mi sono dedicato in contemporanea al teatro, dimostrando la mia versatilità e il mio impegno in diverse aree.

Le mie competenze linguistiche includono l’italiano come lingua madre, oltre a un livello B2 sia in inglese che in francese. In termini di competenze informatiche, possiedo una buona conoscenza di Microsoft Office e MacOS, oltre ad essere certificato nei corsi di Matlab e Python a livello intermedio. Ho anche completato con successo il corso base di concetti di mercato di Bloomberg offerto dal mio ateneo.

Sono una persona appassionata e determinata, sempre alla ricerca di nuove sfide e di eccellenza sia nel mio percorso accademico che in altre sfere della mia vita. Sono particolarmente interessato ai mercati finanziari e alle dinamiche socio-economiche globali; mi piace rimanere costantemente informato su questi tesi. Inoltre, mi ritengo una persona che mantiene un approccio creativo e aperto alla tecnologia, all’arte e allo sport, trovando ispirazione e arricchimento in ogni esperienza.

Sono una persona orientata al successo, con una forte etica del lavoro e un desiderio costante di crescita personale e professionale. Sono convinto che il mio impegno e la mia determinazione mi renderanno un valido contributo in qualsiasi contesto lavorativo.

Ringrazio tutti voi per avermi dato l’opportunità di condividere il mio percorso e le mie ambizioni con voi. Sono disponibile per ulteriori domande o per discutere di eventuali opportunità di collaborazione. Grazie.

Come usano le notizie gli investitori astuti?

Fare scommesse di mercato basate su interpretazioni tradizionali di notizie ampiamente note è forse una delle abitudini che costano di più a chi investe. Questo perché se leggete o sentite alcune idee d’investimento ripetersi più volte, quell’idea molto probabilmente non funzionerà e, se funziona, non sarà così per molto. Solitamente, quando diversi commentatori si sono già espressi su qualcosa, quella notizia è già troppo superata per fornire informazioni affidabili su ciò che faranno i mercati, che l’hanno già scontata e prezzata.

Le notizie sono i migliori amici degli investitori!!! Non vanno assolutamente ignorate, ma piuttosto bisogna cercare di interpretarle in modo diverso e più corretto, così da trasformarle in un vantaggio d’investimento.

Guardare dall’altra parte

Per prima cosa, leggere i giornali e ascoltare il telegiornale servono a scoprire su che cosa si concentrano tutti. Sono dei servizi utili e spesso gratuiti. Ma se vi soffermate sulle stesse notizie su cui si concentrano tutti, interpretandole nello stesso modo, allora state seguendo il gregge.

Se seguite il gregge, le vostre scommesse di mercato difficilmente saranno corrette, soprattutto perché il mercato azionario è efficiente nello scontare informazioni di pubblico dominio. Se un’informazione si trova facilmente online, sulla stampa, in televisione o altrove nel ciclo continuo di notizie, allora quella notizia probabilmente è già ampiamente tradotta nell’attuale prezzo delle azioni, oppure lo diventerà presto e la vostra chance di contrattazione sarà già andata.

Ciò non significa che, se viene pubblicata una notizia negativa, il prezzo delle azioni non calerà: potrebbe succedere, ma cercare di cronometrare le oscillazioni a breve termine può rivelarsi pericoloso e le iniziali reazioni di pancia alle notizie negativo spesso sono esagerate. Se vendete sulla scia della negatività e del pessimismo, potreste finire per vendere a prezzi molto bassi, perdendovi un momento migliore per vendere. I movimenti altalenanti delle azioni sono spesso motivati da fattori che hanno poco a che vedere con ciò che viene ampiamente discusso sui media.

Per poter fare costantemente scommesse giuste di mercato occorre sapere qualcosa che gli altri non sanno, il che non è semplice. Tuttavia, un buon punto di partenza sarebbe quello di iniziare sapendo che cosa attira l’attenzione di tutti, e volgere lo sguardo altrove.

Spesso, gli investitori guardano indietro, concentrandosi su indicatori di dati passati, come PIL, disoccupazione o vendite immobiliari, e usano queste informazioni per prevedere il futuro. Guardando altrove o interpretando le notizie in modo diverso vi potete concentrare su aspetti che hanno maggiori probabilità di esercitare una reale influenza sui mercati futuri, dandovi un certo vantaggio rispetto agli altri investitori.

Oltre a dirvi su che cosa si concentra la gente, le notizie sono anche un buon indicatore del sentiment. Analizzate ogni giorno tre o quattro principali quotidiani internazionali o nazionali per avere una buona idea dell’umore generalizzato; vi sarà utile. Se comprendete dove si trova esattamente il sentiment e siete in grado di sviluppare una buona ipotesi sul suo eventuale aumento o calo, allora potrete saper piuttosto bene se vi sono maggiori probabilità che le azioni salgano o scendano.

Purtroppo, misurare il sentiment tende ad essere un’arte più che una scienza. Molti investitori si affidano agli indici di fiducia, ma questi indici del sentiment sono spesso poco utili perché tendono a fornire un’istantanea di come si sentivano in media le persone… il mese scorso! Indicatori come questi che guardano al passato non forniscono previsioni affidabili.

Bisogna in realtà ricercare gli estremi dell’umore generale. Ad esempio, un’estrema euforia in genere è un segnale negativo che si verifica quasi sempre quando il mercato toro è al culmine. Allo stesso modo, una negatività estrema caratterizza il periodo peggiore di un mercato orso. Un sentiment intermedio è alquanto normale e può subire oscillazioni potenzialmente ampie all’interno di un mercato toro o lungo brevi periodi di tempo.

Interpretare le notizie per utilizzarle

Le notizie possono essere una buona fonte di informazioni, per chi è in grado di interpretarle e utilizzarle. Per questo occorre ricordare che la maggior parte delle testate mediatiche rappresenta attività a scopo di lucro, e non c’è nulla di sbagliato in questo.

Per i media, il pane quotidiano è, è stato e sempre sarà la pubblicità. Per guadagnare di più con la pubblicità, devono attirare un pubblico vasto. Più vasto è il pubblico, più la gente sarà disposta a pagare per mettere annunci immobiliari nel formato online cartaceo. Dato che le brutte notizie vendono, spesso i giornali mettono in prima pagina incendi, caos, crimine e intrighi, anche perché è vero che le storie commoventi sono meno comuni.

Regole chiave per interpretare i media in modo redditizio

Se ricordate come funzionano i media potete diventare migliori consumatori di notizie, da cui potrete estrapolare informazioni utili per l’investimento. Alcune linee guida:

1)    I media riferiscono notizie, che per definizione sono eventi passati. Le azioni bancarie invece guardano al futuro!
Se i media raccontano qualcosa, è già trascorso il tempo necessario perché si verifichi una reazione alla notizia.

2)    I titoli riflettono le informazioni di pubblico dominio.
Ciò non significa che, nel breve termine, il mercato sia sempre corretto. Non lo è, e questo perché le persone non sempre hanno ragione, ma i mercati azionari rispecchiano piuttosto opinioni ampiamente note.

3)    Di conseguenza, prevedere la direzione del mercato significa misurare le relative aspettative.
Nel prevedere i movimenti azionari dei prossimi 1-2 anni, la realtà può essere meno importante di ciò che si crede. Cercate di comprendere ciò che si aspetta la maggior parte della gente e definite probabilità ragionevoli intorno a ciò che voi pensate possa succedere. È questo divario tra realtà e aspettative che muove le azioni bancarie.

4)    Non andate controcorrente.
Potreste cadere in tentazione, ma non servirebbe a molto, proprio come seguire il gregge. Solo perché i media affermano qualcosa, non significa che il contrario sia vero. Può semplicemente voler dire che l’impatto previsto è sopravvalutato o sottovalutato.

5)    Mettete sempre i dati nel giusto contesto ed ignorate il punto di vista dell’autore.
I giornalisti, sotto pressione per creare storie eccitanti e accattivanti, rischiano di utilizzare aneddoti e statistiche in modo selettivo. Pur dando vita a letture interessanti, questa tendenza può essere poco utile quando si cerca di misurare il potenziale impatto sui mercati. Fate una separazione mentale tra aggettivi e avverbi; ignorate gli aneddoti a meno che non sottolineino qualcosa di fondamentale ed isolate i fatti. Poi considerate i punti salienti nel loro contesto. Ridimensionate i numeri. Chiedetevi “Qual è l’impatto globale?”.

6)    Siate politicamente agnostici.
Molte persone hanno un’ideologia che ritengono corretta, il che va bene. Tuttavia, le ideologie sono un’altra forma di pregiudizio che rischia di offuscarvi la vista. Leggete cose diverse dal solito e adottate uno scetticismo di “pari opportunità”.

Queste regole chiave potrebbero già esservi utili e bastarvi per diventare consumatori di notizie migliori e più informati.

Quando una notizia è grande e il mercato non può andare più in alto, assicurati di aprire una posizione al ribasso.

Michael Marcus

“Euro Digitale: Affrontare le Sfide della Privacy nell’Era Digitale”

Un euro digitale sarebbe una forma digitale di contante, emessa dalla banca centrale e accessibile a chiunque nell’area dell’euro.

european central bank

L’euro digitale potrebbe diventare presto una realtà. Secondo gli obiettivi della BCE, a partire dal 2026 la CBDC (Central Bank Digital Currency) dovrebbe infatti diventare la moneta virtuale dell’Eurozona come equivalente elettronico dell’euro fisico in contanti da affiancare alle tradizionali monete e banconote a cui sono abituati cittadini e imprese.

Anche se la fase istruttoria condotta dalla Banca centrale europea è stata accolta con entusiasmo, e già da questo mese sono programmate le attività preparatorie finalizzate allo sviluppo e alle sperimentazioni della nuova moneta completamente digitale dell’Unione Europea, d’altra parte l’ottica che ha dominato fino adesso le analisi delle istituzioni si concentra sulla comodità dei pagamenti, sull’economicità e sull’affidabilità delle transazioni, evitando però di misurarsi con alcune problematiche e criticità.

Una delle perplessità risiede nel fatto che oggi il controllo dei pagamenti è intermediato da operatori privati mentre domani saranno immediatamente visibili da una banca centrale. Le preoccupazioni sono giustificate dalle “Faq” sull’euro digitale pubblicate dalla stessa BCE, dove si legge che la completa anonimità non è considerata una opzione praticabile da una prospettiva di politica pubblica”, e che “l’euro digitale avrà lo stesso livello di privacy delle attuali soluzioni digitali del settore privato”.

Questo comporta l’identificazione dell’utente e l’esame di ogni sua transazione per verificare la sua regolarità ai fine delle normative “sul riciclaggio e il finanziamento al terrorismo”.  Dall’altra parte, con l’euro digitale, non c’è la schermatura da parte di un intermediario privato, ma qualunque transazione finanziaria viene visionata e controllata direttamente dalle istituzioni governative, con il rischio che si venga a creare un sistema di sorveglianza in cui tutti i cittadini sono costantemente monitorati in ogni loro acquisto effettuato con la moneta virtuale.

Affinché l’euro digitale abbia il successo sperato servono quindi standard privacy più elevati per guadagnare la fiducia dei cittadini, e per questo si sono attivati anche il Comitato europeo per la protezione dei dati (Edpb) e il Garante europeo della protezione dei dati (Edps), che lo scorso 18 ottobre hanno pubblicato un parere congiunto sulla proposta di regolamento sull’euro digitale del Parlamento europeo e del Consiglio.

L’euro digitale mira a fornire alle persone la possibilità di effettuare pagamenti elettronici, sia online che offline, in aggiunta all’uso del contante. Opzione accolta con favore da Edpb e Edps che hanno però formulato diverse raccomandazioni, per una effettiva garanzia del diritto alla privacy e alla protezione dei dati personali.

Nel parere dei garanti europei viene infatti chiesto che siano trattati solo i dati personali necessari al funzionamento della moneta digitale, evitando la concentrazione di dati da parte della Bce o delle banche centrali nazionali, per le quali la proposta di regolamento dovrebbe introdurre un obbligo esplicito di “mascheramento delle informazioni di pagamento”.

Allo stesso tempo, la normativa dovrà specificare chiaramente le responsabilità in materia di protezione dei dati di ciascuno degli attori (Bce, banche centrali nazionali, fornitori di servizi di pagamento e fornitori di servizi di supporto) che partecipano all’emissione dell’euro digitale.

Con questo parere congiunto – ha commentato il Comitato europeo intendiamo garantire che la protezione dei dati sia incorporata sin dalla fase di progettazione dell’euro digitale, sia online che offline”.

Dato che per come è concepita adesso la valuta digitale europea consegna una miniera di dati infinita e strumenti di controllo impensabili e capillari su qualsiasi transazione, è perciò auspicabile un ripensamento che raccolga le raccomandazioni dei garanti europei per la protezione dei dati personali affinché l’euro digitale si trasformi in realtà e non rimanga solo un progetto irrealizzato.

Arrivati a questo punto, vorrei condividere con voi alcune preoccupazioni che ho riguardo l’introduzione dell’euro digitale e il suo impatto sulla mia/nostra privacy personale.

In primo luogo, mi preoccupa il fatto che l’euro digitale potrebbe portare a un livello senza precedenti di sorveglianza da parte dello Stato. Essendo ogni transazione finanziaria soggetta a monitoraggio diretto da parte delle istituzioni governative, mi chiedo quanto questa invasione della mia privacy possa diventare eccessiva e limitare la mia libertà finanziaria.

Inoltre, l’obbligo di identificare gli utenti per ogni transazione mi preoccupa notevolmente. Dovendo rivelare informazioni personali sensibili ogni volta che faccio un pagamento, temo che la mia privacy possa essere compromessa in modo significativo. Preferirei mantenere un certo grado di anonimato nelle mie transazioni finanziarie, ma sembra che con l’euro digitale questo non sarà più possibile.

Un’altra preoccupazione è legata alla concentrazione centralizzata dei dati finanziari. Con l’euro digitale, tutte le mie informazioni finanziarie sarebbero raccolte e conservate da istituzioni governative, aumentando il rischio di violazioni dei dati e accesso non autorizzato alle mie informazioni personali. Mi chiedo se queste entità saranno in grado di proteggere adeguatamente i miei dati e garantire la mia sicurezza finanziaria.

Infine, temo che l’euro digitale possa introdurre limitazioni alla mia privacy finanziaria. Le autorità potrebbero richiedere informazioni dettagliate sulle mie transazioni per scopi di controllo fiscale o di contrasto al crimine, limitando ulteriormente la mia privacy e la mia libertà di gestire i miei fondi come desidero.

In conclusione, sebbene riconosca i potenziali vantaggi dell’euro digitale in termini di efficienza e sicurezza dei pagamenti, sono profondamente preoccupato per le implicazioni sulla mia privacy personale. È essenziale che vengano adottate misure adeguate per proteggere la privacy degli individui e garantire che l’introduzione dell’euro digitale non comprometta i nostri diritti fondamentali alla privacy e alla libertà finanziaria.

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